AREE INTERNE ED EDUCAZIONE AL DESIDERIO: Progetti di Rigenerazione comunitaria.
Viviamo in tempi di atrofia del desiderio, in cui la quotidianità è scandita da un prevedibile ciclo di lavoro e tempo libero. Il desiderio che va per la maggiore è quello teso a migliorare la propria condizione personale, dove i “migliori” appaltano il proprio tempo, rincorrendo continui upgrade nella loro condizione lavorativa, necessari a permettersi vacanze e beni materiali sempre più elevati; i “peggiori” sprofondano invece nell’indigenza, sbarcano il lunario e lottano per la sopravvivenza, relegati in città e megalopoli sempre più simili a pollai.
Ci muoviamo in un capitalismo degenerato, fondato sul bisogno indotto e sulla negazione della gioia (sentimento collettivo), mentre celebra come diritto inalienabile la felicità (sentimento individuale). E così, mentre la felicità del possedere crea dipendenza e timore della perdita, si aprono spirali di violenza per l’accaparramento di risorse sempre più scarse, fino al rischio di conflitti mondiali.
In questo scenario, lo Stato del welfare ha da tempo chiuso i rubinetti del sostegno al sociale, obbligando le comunità a organizzarsi con strumenti alternativi. In assenza di mecenati disinteressati, entra in gioco la progettazione partecipata, che porta nelle realtà locali opportunità educative, culturali ed economiche, convogliando fondi altrimenti destinati altrove o addirittura perduti. Si cerca così di restituire dignità a territori statici, depressi e spopolati, riattivandone la linfa vitale e immaginandoli come culle di una nuova umanità disposta a tornare nei piccoli centri. Non solo per fuggire dal costo esorbitante della vita in città e dalla bassa qualità esistenziale, ma anche per evitare il rischio di un conflitto globale sempre più incombente. Così in tanti Paesi delle aree interne d’Europa fioriscono progetti simili per obiettivi di rigenerazione a quelli di Mòvesi che si declinano in modi diversi come case d’artista, comunità di scopo, spazi di co-working rurale, luoghi di progettazione partecipata, ecovillaggi, Co-living ecc.
È in questa prospettiva che si inserisce il mio ritorno dall’estero, dove, dopo una laurea in Giurisprudenza e un master in cooperazione internazionale, ho operato come progettista europeo ed educatore. Nella Valle del Tanagro, Sele e Alburni stiamo promuovendo, con l’azione di Mòvesi, delle iniziative in grado di creare nuovi lavori, entusiasmo, apertura e coinvolgimento di tanti Expat che rientrano sul territorio con una visione e una missione.
Si offre la possibilità di animare luoghi che parevano definitivamente chiusi al futuro, come il centro storico sede del Parco Archeologico Urbano di Volcei, ripopolandoli e favorendo un diverso paradigma di sviluppo. Preparare le aree interne all’esodo urbano che potrebbe avvenire significa introdurre innovazione sociale, autoproduzione, autosufficienza ed elementi di resilienza. La permacultura, in questo contesto, rappresenta un approccio non solo agricolo ma culturale: una metodologia per ripensare i rapporti tra esseri umani e ambiente, per valorizzare la collaborazione, la rigenerazione, l’uso consapevole delle risorse e l’abbondanza che deriva dai servizi ecosistemici e dalle relazioni.
Così, mentre la felicità mercificata e individualistica lascia un senso di vuoto, nuove visioni emergono dal basso. Non si tratta di rinunciare al benessere materiale, ma di ridefinirne i confini, integrandolo con valori come equità, solidarietà, creatività condivisa. Integrare anziché segregare. In questa prospettiva, la gioia non sarà più un’illusione solitaria, ma un’esperienza collettiva, capace di riconnetterci con la terra, con i saperi tradizionali, con l’innovazione e la partecipazione, con il ritorno ad arti e mestieri antichi e nuovi. È un cambio di paradigma che potrebbe restituire al desiderio la sua carica generativa, liberandolo dalla gabbia del mero possesso, dipendenza o forma di controllo e trasformandolo in energia vitale per una comunità più giusta, inclusiva e lungimirante. Qualcuno diceva ecosistema Resiliente. Noi preferiamo dire Rigenerante.
Mario Panzarella
Rigeneriamo comunità e territori: un futuro sostenibile nasce qui, tra i Monti Alburni e il Tanagro
Dove Siamo
Come arrivare
Piazza Amendola, Buccino (Sa), 84021
Orari Segreteria
Lun 9.30-13.30 15.00-19.00 Mar, Gio, Ven 9.30 – 13.30 Mer 15.00 – 19.00